15.08.2013. E' bastato un tweet di Carl Icahn, un noto speculatore di Wall Street, per far schizzare il valore del titolo e aumentare di 17 miliardi di dollari la capitalizzazione di Apple, tornata vicina ai 500 miliardi di dollari. Siamo ancora lontani dai 705 miliardi toccati nell'estate del 2012 ma il balzo in avanti è di quelli che fanno riflettere.
E mettono qualche dubbio a dire la verità.
Basti considerare, per fare qualche esempio, che tutto il listino di borsa italiana ne vale appena 365, Coca Cola 160, Wolkswagen appena più di 100, ENI 62.
Sto scrivendo queste righe con un Ipad, senz'altro uno strumento straordinario, eccellente come lo sono in genere i prodotti Apple e che giustificano al centro per cento il successo ottenuto dal gruppo di Cupertino. Tuttavia... ci sono diversi “ma”. Innanzitutto dobbiamo considerare la tipologia di prodotto, estremamente esposto ad una concorrenza aggressiva e in continua crescita. Basta entrare in un qualsiasi punto vendita di una catena di supermercati specializzati per rendersi conto di quanto Samsung e gli altri avversari, storici e neonati, riescono a realizzare. Prodotti estremamente competitivi nella qualità e nel prezzo. Inoltre si tratta di oggetti tecnologici che invecchiano in fretta, che spesso sono già “superati” poche settimane dopo il lancio e non è facile sfornare continuamente nuovi articoli all'altezza delle aspettative. In tempi recenti abbiamo avuto diversi casi di grandi gruppi che nell'arco di poco tempo hanno perso la leadership e buona parte della loro capitalizzazione di borsa, basti ricordare Nokia e Blackberry quest'ultima passata da 41 a 6 miliardi in tre anni. Da considerare anche l'impatto che la scomparsa di Steve Jobs, avvenuta nel 2011 avrà sulla società; la sensazione è che finora si sia andati avanti con una sorta di inerzia che non durerà per sempre. Come ha ricordato nei giorni scorsi Larry Ellison, amministratore delegato di Oracle, Jobs era “il nostro Picasso, il nostro Edison, un inventore incredibile... Senza di lui Apple è spacciata... “
Il cinguettio di Carl Icahn ha dato il via a un'ondata di acquisti che potrebbe, sottolineo il condizionale, nel breve periodo riportare la quotazione di Apple più vicina ai massimi storici, sostenuta anche dal momento positivo delle borse, più dovuto all'eccesso di liquidità che ai fondamentali economici. Tuttavia bisogna alzare la soglia di attenzione e tenersi pronti, poiché a certi livelli di capitalizzazione ( i 700 miliardi di dollari del 2012 erano pari al doppio della nostra borsa o al 45 % del nostro PIL ) Fertlumen diventa essenzialmente ribassista sul titolo e prenderebbe in considerazione la possibilità di aprire posizioni short overnight. (GAL)
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