QUANDO IL NUOVO MARCISCE PRIMA DEL VECCHIO.

26.07.2013 21:00

 

Nuova, impressionante raffica di arresti e di condanne eccellenti nelle ultime due settimane. Il Tribunale di Torino ha disposto l'arresto di Salvatore Ligresti e dei figli Ionnella, Giulia Maria e Gioacchino Paolo dell'ambito dell'inchiesta Fonsai. Tronchetti Provera è stato condannato a un anno e otto mesi dal Tribunale di Milano per il cosiddetto “affare Kroll”. Ottaviano Del Turco, noto sindacalista e politico, ex governatore della regione Abruzzo, a nove anni e sei mesi per una storia di appalti nella sanità. Tutti questi naturalmente proclamano la loro totale innocenza e estraneità ai fatti contestati e si affidano fiduciosi al lavoro dei magistrati. Ogni volta lo stesso cliché. E la gente normale è stufa di essere stufa.
Diciamo la verità. Eravamo convinti che con la fine della prima repubblica il peggio della disgregazione etica e della deriva morale fosse ormai alle spalle. Quando mani pulite spazzò via in pochi mesi un intero sistema corrotto e corruttore, tirammo un sospiro di sollievo pensando che da lì in poi le cose sicuramente sarebbero andate meglio. Ci sbagliavamo. Gli eventi degli ultimi anni hanno dimostrato che sono cambiati gli attori, neanche tutti, ma non il sistema. Abbiamo il sospetto chiaro e temo ben fondato che le cose stiano andando molto peggio di allora e la sensazione prevalente è che questi primi tredici anni del nuovo millennio abbiano prodotto un livello di corruzione e di ruberie molto più organizzato e sofisticato dei precedenti. I protagonisti negativi di mani pulite sembrano autentici dilettanti al confronto dei loro emuli attuali che, da bravi allievi, hanno largamente superato i maestri. Negli ultimi anni l'elenco delle malversazioni, delle irregolarità, delle truffe portate a compimento è impressionante. Non passa giorno senza che i media non ci informino dell'arresto o della condanna di eminenti protagonisti della politica, della finanza e dello spettacolo. E impossibile ricordarseli tutti, sarebbe come memorizzare un elenco telefonico. Gli scandali del Lazio e della Lombardia, Luigi Lusi che ha sottratto alle casse della Margherita un imprecisato numero di milioni di euro, Franco Fiorito che ha pescato a piene mani dalle casse regionali del PDL. E poi gli scandali della Lega Nord finita a trote e diamanti, Filippo Penati a Sesto San Giovanni, per non parlare degli ormai innumerevoli processi a Silvio Berlusconi, il caso Monte Paschi. E' un susseguirsi senza soluzione di continuità di storie di tangenti, abusi edilizi, appalti truccati, prelievi irregolari da fondi pubblici, operazioni di finanza allegra. Ripeto, non c'è giorno senza che un nuovo scandalo non si affacci sulle prime pagine dei quotidiani.
Siamo perfettamente consci che decifrare la realtà non è un esercizio semplice e sappiamo bene che la “verità” spesso è solo una questione di punti di vista. Ciò premesso, tuttavia, risulta molto evidente che esistono verità lapalissiane che vengono ostacolate o negate a soli fini economici. Un esempio ? Negli Usa ogni due per tre qualcuno imbraccia una mitraglietta o un fucile e inizia a sparare tra la folla. Scuole, strade, condomini, cinema. L'aggressione può scattare in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Difficile trovare una logica nella follia. E' del tutto evidente che se non ci fossero armi in circolazione non ci sarebbero neanche le stragi e le esplosioni individuali di pazzia farebbero meno danni e sarebbero più controllabili. Non del tutto ovviamente, vedi il picconatore di Milano, ma i danni sarebbero infinitamente minori. I produttori di armi ovviamente non ci stanno e allora parte tutta una serie di analisi fatte di se e di ma, di distinguo e di precisazioni. Allora si inizia a discutere della necessità di maggiori controlli, c'è chi propone di raddoppiare il numero di poliziotti e di vigilantes, chi chiede una sorta di “patente psichiatrica”, ognuno si sbizzarrisce nello studio di palliativi in grado di circoscrivere e limitare gli effetti collaterali. Palliativi appunto.
Quando parliamo di appalti truccati o di sottrazione di fondi pubblici siamo in un territorio ben differente, questo è chiaro, ma rimane il fatto che non possiamo pensare di lasciare al solo senso etico e di responsabilità degli individui questioni tanto delicate. L'avidità è un movente troppo forte per pensare di combatterla solo con il senso di responsabilità. Non funziona. Occorre la pena e la certezza della pena. Lo sappiamo tutti, lo abbiamo visto migliaia di volte, praticamente sempre, che anche in presenza di condanne definitive, non c'è nessuno che finisca dentro per più di qualche settimana e di solito neanche quelle perché è scattata la prescrizione. Hai rubato dieci milioni di euro ? Se per disgrazia non è già tutto prescritto c'è un mesetto di carcere, poi gli arresti domiciliari, e non appena si spengono le luci dei riflettori e cessa l'attenzione dell'opinione pubblica, tutto finisce immancabilmente nell'oblio e i condannati tornano riveriti e ossequiati alla loro vita di prima oppure spariscono definitivamente dalla scena ospiti di qualche paese in sudamerica o di qualche paradiso fiscale.
Può darsi che un'educazione e una cultura differenti possano bastare a generare una società virtuosa e quasi impeccabile ma, anche se ciò fosse possibile, è un obbiettivo generazionale, e siamo un po' tutti stanchi di aspettare. Vogliamo una maggiore decisione e celerità nell'applicazione della legge altrimenti non possiamo continuare a stupirci se il nuovo marcisce più in fretta del vecchio. E chi vuole vincere le elezioni questo deve metterselo bene in testa. (GAL)