LE ELEZIONI IN GERMANIA; QUALI CONSEGUENZE PER L'AREA EURO ?

26.09.2013 19:15
Le elezioni in Germania hanno accresciuto la forza del partito CDU-CSU che ha ottenuto il miglior risultato dall’anno della riunificazione: la maggioranza assoluta dista solamente tre seggi.
Il risultato ottenuto pone Angela Merkel in una posizione di grande forza con qualsiasi partito si allei la CDU-CSU; il cancelliere tedesco avrà maggiore libertà di azione delle precedenti legislature.

 

Con questo voto i Tedeschi hanno chiaramente manifestato la volontà di vedere una Germania che reciti il ruolo di guida dell’Europa, ferma sulle proprie posizioni verso gli altri partner ed in particolare i pigri piigs.

Questo scenario quali conseguenze avrà sulla politica europea e in particolar modo sulla nostra penisola?

La vittoria della Merkel è la vittoria del rigore, quindi è probabile che la Germania mantenga salda la propria posizione in favore dell’austerity, di cui unica beneficiaria è stata la stessa Allemagna. I rendimenti dei bund sono al minimo storico e ciò consente al paese di indebitarsi a basso costo e di conseguenza alle proprie imprese di avere accesso al credito a tassi inferiori a quelli dei competitors europei. Ciò induce a ritenere che le esportazioni tedesche potrebbero proseguire a gonfie vele sottraendo fette di mercato alle imprese degli altri paesi dell’unione, in particolare quelle dei paesi periferici che al contrario sono costrette a finanziarsi a tassi maggiori con conseguente aumento del costo dei propri prodotti e perdita di competitività.

Il campo di azione della BCE rimarrà limitato: la Germania è da sempre contraria all’attuazione di politiche monetarie espansive simili a quelle praticate dalla principali banche centrali mondiali: FED (banca centrale americana), BOJ (banca centrale giapponese), BOE (banca centrale inglese). Mario Draghi dovrà faticare per ottenere l’approvazione di eventuali manovre non convenzionali come la ventilata nuova e terza Lltro, ossia l’asta di finanziamento a lungo termine per le banche dell’eurozona con tassi di favore. Le banche tedesche hanno rimborsato circa il 90% delle del capitale preso a prestito contro il 10% delle banche italiane. Questa circostanza non è il miglior biglietto da visita da presentare al rigoroso popolo tedesco.

Inoltre c’è la questione dei vincoli relativi al pareggio di bilancio e al tetto massimo del rapporto defici /pil stabilito nella misura del 3%. Chi sperava di assistere in un ammorbidimento delle posizioni dell’Europa sarà deluso. Far quadrare i conti in un periodo di carestia è impresa difficile per qualsiasi amministratore, pubblico o privato. Il governo dovrà continuare a destreggiarsi fra scarsità di risorse ed esigenza di stimolare in qualche modo la crescita del pil, mantenendo sempre un occhio alle reazioni dell’arbitro europeo, vigile nel segnalare prontamente decisioni non ritenute gradite alla Germania.
In sostanza, potremmo dire che l’esito delle elezioni Tedesche non cambieranno il vento che soffia nell’unione. Nessuna piacevole novità per noi. (BIA)

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