ALITALIA DEVE ESSERE ABBANDONATA AL SUO DESTINO.
28.09.2013. Dai primi anni novanta a oggi, in un alternarsi frenetico di amministratori delegati, di aiuti finanziaari e prestiti ponte, di piani industriali trionfalmente annunciati e regolarmente archiviati con buchi colossali, Alitalia è riuscita a perdere, euro più euro meno, circa un milione di euro al giorno, 360 all'anno, una decina di miliardi considerando tutto il periodo, l'equivalente di una manovra finanziaria. Sottolineo per chi non avesse capito DIECI MILIARDI DI EURO. Nel frattempo, oltre a questo, con il fallimento del 2008, Alitalia è riuscita, oltre ad azzerare il valore delle azioni, a cancellare quasi del tutto la bazzecola di 715 milioni di euro di obbligazioni in buona parte in mano ai piccoli risparmiatori e a ritrovarsi con 4,8 miliardi di euro di richieste di insinuazione al passivo da parte dei creditori.
Mica male eh ?
Quando Air France nel 2008 si offrì di comprare la derelitta compagnia di bandiera scoppiò il finimondo e l'inusuale accoppiata formata da Silvio Berlusconi e dai sindacati, CGIL naturalmente in testa, riuscirono, in nome dell'italianità a salvare la compagnia dall'assalto dei francesi. A Berlusconi interessava solo avere un argomento da campagna elettorale, ai sindacati portare a casa una cassa integrazione pressoché infinita all'80 % dello stipendio, regola che ha consentito ai fortunati dipendenti della compagnia di bandiera di campare, e bene, a scrocco della comunità intera.
Bella scoperta.
Adesso ci risiamo... Libri nuovamente da portare in tribunale, solita pantomima surreale dei difensori dell'italianità. La vendiamo, non la vendiamo ? Le solite balle sull'indotto, i soliti timori per le sorti di Fiumicino che si vedrebbe sottratta da Parigi una parte delle sue partenze. Può essere.
Di certo intanto c'è che l'ostruzione di Alitalia sta impedendo a Malpensa di allacciare nuove relazioni dopo il de-hubbing del 2009. Di recente, maggio 2013, Alitalia ha ostacolato in ogni modo possibile l'avvio della tratta Milano – New York voluta da Emirates nel timore che sia solo il primo passo di una strategia più ambiziosa, tesa a fare dello scalo lombardo il mini-hub del sud Europa della potentissima compagnia araba.
Insomma, l'idea che ci siamo fatti, è che prima Alitalia verrà lasciata al suo destino e prima inizieremo a risparmiare tanti e tanti e tanti soldi pubblici e, forse, come gradito effetto collaterale riapriremo i cieli italiana a una nuova e sana concorrenza. (GAL)